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L’addio a Salvatore Pirelli: il ricordo di Lello Griffo e Tommaso Diaco

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Il 2 giugno all’età di 76 anni e dopo una lunga malattia, ci ha lasciati Salvatore Pirelli.
È difficile per noi in questo momento trovare le parole giuste per ricordarlo ma con grande commozione e partecipazione proviamo ad esprimere quello che Salvatore ha rappresentato per noi personalmente e per tutta la Cardiologia del nostro Paese, in particolare per l’ambito Preventivo e Riabilitativo.

Va però detto che è stato per noi prima di tutto un grande amico, un fratello con il quale abbiamo condiviso un lungo percorso professionale e umano: come dimenticare i suoi esordi al Niguarda sotto la guida illuminata e severa di Fausto Rovelli e entusiasta di Bruno Carù, con la passione condivisa con noi e tanti altri colleghi per la valutazione
funzionale dei pazienti cardiopatici, per le prime applicazioni della Medicina Nucleare in Cardiologia insieme al compianto Eugenio Inglese, per la diagnostica strumentale, per le prime esperienze di Riabilitazione Cardiologica… Rapidamente però la condivisione professionale è cresciuta fino a diventare amicizia personale, virando sulla condivisone anche dei valori più profondi e veri della vita.

Su entrambi questi aspetti i ricordi si affastellano, dai momenti più istituzionali, come i tantissimi congressi ai quali abbiamo partecipato insieme e in cui emergeva la sua grande capacità di visione globale dei problemi, la sua velocità di pensiero e di azione, il suo intuito, la sua profonda competenza clinica e organizzativa, a quelli non formali e conviviali in cui veniva fuori la sua simpatia, la sua leggerezza, il suo disincanto, la sua pungente
ironia.

È stato sempre un uomo retto, onesto e appassionato del lavoro e della sua famiglia: per noi, calabresi come lui, ha sempre rappresentato l’archetipo positivo di chi è nato nella nostra terra: combattivo, operoso, generoso e allo stesso tempo colto, consapevole, signorile e con una vena sempre di sano realismo. Per i millenials che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo ricordiamo solo che è stato autore di oltre 150 lavori scientifici e tra le voci più autorevoli nel campo della valutazione e della stratificazione prognostica dei pazienti post-IMA e con scompenso cardiaco,
Presidente (e grande animatore…) del Gruppo Italiano di Cardiologia Preventiva e Riabilitativa e subito dopo Presidente della più rilevante associazione dei cardiologi del nostro Paese (ANMCO), e per molti anni primario della Cardiologia dell’Ospedale Maggiore di Cremona, dove aveva concluso la sua brillante carriera.
Tutto il nostro affetto e la partecipazione al grande dolore vanno alla sua carissima Loredana e ai suoi figli Luigi, Giulia e Martina.

Caro Salvatore, siamo certi che troveresti queste parole esagerate e un po’ retoriche ma ci basta immaginare la tua espressione disincantata e i tuoi commenti ironici nel leggerle…
Ci mancherai!